domenica 17 marzo 2019

SIRENTE - PUNTA MACEROLA


Una lunga cresta ondulata che precipita a nordest in ripidi pendii innevati e speroni rocciosi. Una vista aerea su altipiani sconfinati con piccoli paesi sparsi e, all'orizzonte, su Gran Sasso, Maiella, Velino, fino ai Sibillini e all'Adriatico. Tutto questo è il Sirente, un posto magico, che una volta che ci sei stato ci devi ritornare. E così ci siamo tornati, dopo cinque anni; nel 2014 eravamo solo cinque, questa volta siamo ben quattordici. Stesso albergo, stesse modalità; il sabato lo dedichiamo ad una ricognizione ai Prati del Sirente, da cui appare subito lo scarso innevamento tipico di questo inverno anomalo.






Il versante nordest del Sirente, con il canale Majori ed il Gemello sinistro

E' così che in molti decidono di salire e scendere i più innevati canali Majori ed il Gemello sinistro, che dalle due estremità della cresta raggiungono le cime del Sirente e di Punta Macerola, compiendo una traversata in quota entusiasmante.







Il canale Majori







La cima del Sirente con un aspirante alla crocifissione




La cresta verso Punta Macerola







Il Gemello sinistro

In tre si lanciano invece nella Via Baiocco-Pallante, indicata dalla guida come facilmente in condizioni, anche a stagione inoltrata.



Verso l'attacco



Il facile canale iniziale



La doppia nel canale dell'Arco naturale


Nel canale



Qualche breve salto ghiacciato


Il ripido pendio finale



In cima a Punta Macerola


La foto di rito…




Un momento di contemplazione!


I Prati del Sirente con il Gran Sasso all'orizzonte

Nel primo pomeriggio siamo tutti di ritorno e prima di metterci in viaggio ci concediamo una birra da “Zio secco” ad Ovindoli.



Vedo negli altri che la magia del Sirente ha colpito ancora. Ci dovremo tornare…

Francesco, Stefano, Patrizia, Cinzia, Antongiulio, Franco F., Franco B., Andrea, Matteo, David, Cosimo, Gian Marco, Sergio, Simone.

martedì 5 marzo 2019

Canali in Val Serenaia, cose da fare e non fare….





Era una notte buia e tempestosa…..in realtà no: la luna, quasi piena, splendeva alta nel cielo e il clima mite e la completa assenza di vento hanno aiutato i ritardatari così che tutto è andato bene e nessuno si è fatto male. 
Questa però è la fine della storia, l’inizio è come sempre a novoli (Firenze) alle 6 del mattino dove in 16 ci ritroviamo per partire alla volta della Val Serenaia in Apuane (come si suol dire noi dilettanti del mestiere dell’alpinista, visto che l’Italiano vorrebbe “nelle Alpi Apuane”).
La poca neve rimasta nel bosco è già molto dura dal principio e una bella lastra di ghiaccio ricopre il parcheggio e la forestale che si addentra in direzione degli Zucchi di Cardeto, elevazioni minori tra le cime più note di Pisanino e Cavallo. 





Ci dividiamo in tre gruppi: due con destinazione gli zucchi, l’altro il Grondicile / il contrario: la via prescelta sugli zucchi era il canale della Galleria per alcuni mentre per altri il canale di sx al pizzo di mezzo. Il terzo gruppo invece dopo aver valutato le condizioni del grondilice troppo magre si dirige alla volta della via dei Chiavaresi al monte Contrario.

Insieme ai miei compagni di viaggio, due cordate, partiamo un po’ prima degli altri e ci dirigiamo verso il pizzo di mezzo non volendo trovarci tutti sulla Galleria, cosa che poi invece accadrà visto che non troviamo l’attacco del nostro canale.




Già da subito perdiamo tempo e ci facciamo raggiungere e superare dal gruppone, ma non siamo preoccupati tanto lo scopo è fare il canale e scendere dallo stesso....non fare certo tutta la traversata che prevede la salita del canale della galleria, poi i pendii del pizzo Maggiore e successivamente la cresta fino alla forcella del canale di discesa….quello che avremmo dovuto fare originariamente.
Il canale è molto incassato e le condizioni ottimali, neve dura quasi ghiaccio a tratti, facciamo l’ultima parte a tiri, chiodando e proteggendosi, creando un tappo pazzesco e una volta scollinati prendiamo la seconda decisione sbagliata della giornata: continuare e scendere dall’altra parte. 


La progressione quindi continua lenta per tutte le cordate sulla via che scelgono di proseguire legati anche dopo la cima per tutta la cresta di discesa del pizzo maggiore. Chi era in testa ha difficoltà a trovare la discesa e arriviamo alla forcella tra i due pizzi, ove cominciano le doppie, che è quasi buio, il tramonto è mozzafiato ma l’ansia per il buio che avanza è tanta.






 Decidiamo di scendere e farci tutte le doppie assicurati mentre in una situazione normale dopo la seconda doppia si può scendere tranquillamente faccia a monte fino ai due terzi del canale e poi proseguire su pendenze più modeste.
Alle 23:00 finalmente ci ritroviamo tutti nel bosco, alleggeriamo dalle corde i malcapitati in coda che si sono smontati tutte le doppie e scendiamo verso il Donegani alla luce delle frontali per molti quasi scariche.

Nel frattempo Francesco, Gianpa, Antongiulio e gli assennati che non hanno continuato la salita dopo il canale della Galleria (Franco, Patrizia, Simone e Paola) ci aspettano preoccupati in fondo valle fino a mezzanotte. A loro va il nostro grazie per la pazienza dimostrata.

Posso solo dire che: da una parte il fato ci ha voluto bene ancora una volta e dall’altra porterò sempre con me la magia delle Apuane innevate in una notte di luna e meravigliosamente stellata, passata con gli sciagurati compagni di cordata.


Mancava ancora una cosa per concludere la serata: più che la fame, la sete e la stanchezza potè la ricerca del proprio materiale!!!