lunedì 21 dicembre 2015

A.A.A. Ghiaccio cercasi - Val Varaita

Chi cerca trova, e chi rischia a volte viene premiato. E così, confortati dalle rassicuranti parole di Romeo, il gestore del rifugio Savigliano, partiamo in questo weekend pre-natalizio a cercare di assestare i primi colpi di piccozza in questo strano inverno che a tratti assomiglia più ad una prematura primavera. Arrivati al sole del parcheggio di Pontechianale il termometro della macchina segna +7,5 gradi: praticamente estate. Sul versante in ombra si scorgono alcuni flussi ghiacciati, Berrò sembra ben formata, Martinet invece un triste castello fatiscente.


Il paesaggio è surreale, ci sembra impossibile poter scalare su ghiaccio in questo contesto. Partiamo verso Berrò.


La sorpresa è dietro l'angolo. Sul versante in ombra fa decisamente più freddo. L'assenza di neve da una parte rende veloce l'avvicinamento, dall'altra aumenta la lunghezza dei tiri e quindi la difficoltà della scalata.


Il ghiaccio non è abbondante ma sufficiente per divertirsi e sopratutto per proteggersi bene. La via è facile, difficoltà 2. La percorriamo fino all'uscita. 6 tiri di cui i primi 3 interessanti gli altri molto appoggiati. 

Per il secondo giorno scegliamo una salita un po' più impegnativa: Salto dei Pachidermi.


Il primo tiro è in comune con Valeria, sulla quale convergono le due cordate che ci precedevano e le due che ci seguivano. Soli soletti ci godiamo questa bella salita.


Il secondo tiro di collegamento lo spezziamo per paura che lo sfregamento della corda possa far cadere di sotto sassi instabili. Arriviamo così al secondo salto interessante.


E poi ad un terzo. La difficoltà data 4 ci pare un po' sovragradata anche se gli ultimi metri del salto si rivelano verticali e delicati. Un altro tiro e siamo fuori. 


Soddisfatti ed appagati.

Francesco e Antonio.

domenica 29 novembre 2015

Cresta dei Denti della Vecchia


Dopo un lungo periodo di tempo stabile e temperature miti, una ventata di gelo ha portato un po' di neve in montagna e un anticipo d'inverno. Le previsioni meteo dicono che il freddo durerà poco e l'alta pressione tornerà ancora a dominare per molti giorni. Allora perché non approfittarne per una "prima invernale" anticipata, prima che questo clima impazzito ricacci indietro l'inverno per chissà quanto tempo ancora?
Il solito dilemma: dove trovare le condizioni migliori? La neve è poca, le Apuane sono molto secche e quindi meglio l'Appennino; quella poca è probabilmente poco trasformata e quindi meglio una cresta di un canale. Tiro allora fuori dal cappello una vecchia idea...


Risaliamo la bellissima valle del Sestaione, tutta imbiancata, diretti al Passo del Fariola.


La risalita al passo è faticosa, sprofondiamo nella neve accumulata e farinosa.


Sulla cresta, dopo alcune roccette arriviamo all'aereo dente, precipite ai lati, punto chiave della traversata. Tecnicamente non è difficile, ma fatto con gli scarponi e la neve fresca, va affrontato con cautela.

La cresta continua più facile e arriviamo sul punto più alto. Uno sguardo al panorama e scendiamo verso il Passo della Vecchia.



Aggiriamo il lago Piatto, sottilmente ghiacciato, passiamo davanti al rifugio e ci lanciamo nel sentiero per arrivare all'auto prima di buio. Arriviamo appena in tempo per evitare le frontali.

La voglia di alpinismo invernale è per il momento (solo per il momento) placata...

Paola & Simone

lunedì 16 novembre 2015

Rossi-de Carlo alla Sud della Penna di Sumbra

Si sa che gli amici ti vogliono bene e che se un sabato lo passi a sbucciarti le dita in una bella falesia ti riportano subito coi piedi per terra anzi con piedi e mani sul paleo e appigli mobili: ecco quindi che domenica 25 ottobre partiamo per la via Corsi - De Carlo (1950) sul versante sud della Penna di Sumbra.



La via percorre il contrafforte sud della cresta est, ovvero l'evidente costone che separa il fosso dell'Anguillaia (quello delle famose marmitte) da quello delle Comarelle.


Le difficoltà secondo la guida monti vanno dal II al IV su roccia tipica apuana, tranne per fortuna sul tiro di IV dove troveremo tutto ragionevolmente solido.

L'ambiente è solitario e piuttosto severo, ma la giornata è bella, la temperatura gradevole ed i colori dell'autunno rendono ancora più belle le nostre Apuane.



Lasciamo le auto sulla strada di fondovalle nei pressi dello sbocco del Fosso delle Comarelle e saliamo direttamente il costone su terreno relativamente facile (erba, roccette, placchette di marmo), ma piuttosto ripido, fin oltre la metà quando iniziano il tratto più esposto e le difficoltà.


Procediamo in conserva e facciamo a tiri solo due lunghezze, quella di IV, divertente e su roccia solida ed la successiva che non passa il II, ma nella quale è quasi impossibile trovare qualcosa di "buono" dove mettere mani e piedi, poi con un ultimo tiro semplice e più solido raggiungiamo i prati che scendono dalla cresta est, ci sleghiamo e andiamo in direzione del breve camino di buona roccia che ci porta sulla cresta.


Decidiamo di scendere per il costone delle Comarelle sul quale una traccia ci dovrebbe portare fino verso quota 1000 per poi farci scendere nel fosso e da lì alla strada; ovviamente ad un certo punto perdiamo la traccia "tanto di qua va bene lo stesso" e vagando per castagneti abbandonati ed arati dai cinghiali arriviamo alla frazione di Cerreta, poco sopra Isola Santa, da qui stanchi, ma felici e con le tasche piene di castagne come le gote di uno scoiattolo, percorriamo il buon km di strada asfaltata che ci separa dalle auto.



Massimo, Michele, Patrizia, Franco, Eriberto, Cristiana

lunedì 9 novembre 2015

Cresta della Roccandagia



Dopo una ridda di voci tra le più disparate sulla destinazione della nostra gita, il martedì alla riunione di presentazione, Simone scioglie il riserbo. Andremo a fare la cresta della roccandagia. 

I presenti, grazie anche ad una esaustiva e dettagliata descrizione della nostra meta, rispondono con entusiasmo. La domenica al parcheggio di Campocatino si contano 27 presenti.


Il morale è alto, complice una splendida giornata autunnale soleggiata e priva di vento. Si parte. La nostra cresta si staglia limpida all'orizzonte


Tra scherzi e motti i ventisette partecipanti si avviano. la fila comincia a snodarsi

nel bosco


e all'attacco della cresta è già diventata un lungo serpentone


via via che la cresta si fa più aerea i più decidono di legarsi in conserva, altri proseguono liberi


fino al temuto cul de sac della calata in doppia, ci mettiamo in fila e aspettiamo pazientemente



per velocizzare la marcia, dove la cresta si fa più aerea ed in prossimità di un breve passaggio di III viene attrezzata una corda fissa


poco più avanti siamo in vetta, c'è tutto il tempo per una sosta ed uno sguardo al panorama



con calma si comincia a scendere per guadagnare il sentiero più pianeggiante che ci riporterà
alla partenza


mentre si aspettano gli ultimi membri della comitiva impegnati a recuperare il materiale utilizzato in cresta, il gruppo si rilassa e si gode la splendida giornata






c'è anche chi ne approfitta per recuperare la "levataccia" 

 
ed eccoci tutti in posa per la foto di rito. tutti contenti come lo sono io (spero) di questa bella e fortunata uscita.



domenica 1 novembre 2015

Cresta del Kara

Il tempo stabile invita ad andare in montagna, ma le poche ore di luce e le fresche temperature autunnali non permettono salite lunghe ed impegnative. La cresta del Kara è la via giusta per questo inizio di novembre soleggiato e terso: avvicinamento e discesa breve, e solo cinque tiri di difficoltà classiche.
Il cippo della linea Gotica indica il sentiero di discesa verso l'attacco.


L'attacco della via


Sulle placche del secondo tiro


La parte finale della cresta


Il passaggio di V




Il panorama all'uscita della via



Roccia buona, esposizione al sole e quota relativamente bassa rendono ideale questa via per le mezze stagioni. Pochi gli spit usati (ottima scelta degli apritori); le fessure e le clessidre permettono di proteggersi adeguatamente: per gli amanti del genere è possibile anche una salita completamente TRAD. Consigliata.

Paola & Simone

domenica 11 ottobre 2015

Allora Arco


L’alpinismo ad Arco si manifesta in tante forme diverse: sulle belle pareti intorno a questa cittadina, nei caffè dove si possono ordinare “Radler” di ogni misura, e nei negozi con la parola d’ordine: shop til you drop – compra fino a svenire. Possiamo dire che il gruppo ha avuto successo da tutti i punti di vista e quindi ha avuto un fine settimana molto piacevole.

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0551 (800x600).jpg

Si nota la busta, però ancora piccola e isolata.

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0543 (800x600).jpg

Una delle poche zone di shopping limitato. Il signore è Giovanni Segantini (1858-1899).

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0535 (800x600).jpg

In attesa del “Radler”.

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0540 (800x600).jpg

Sotto la parete San Paolo.

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0544 (800x600).jpg

Il tramonto ci ricorda tutte le belle vie che sono state fatte in questi due giorni ma che non sono stati documentati con la macchina fotografica. In giro c’erano parecchi arrampicatori da tutta Europa, quindi il traffico in parete non era da sottovalutare. Domenica alcune cordate hanno dovuto cambiare i loro itinerari per motivi di fila all’attacco. Con un po’ di pazienza si è riusciti a trovare un buon momento per salire.

C:\Users\User\Desktop\2015_10 arco con gtap\IMG_0546 (800x600).jpg


Il salone degli elefanti. 

La delegazione gtap questa volta era composta da Irene, Cristiana, Olivia, Caterina, Antonio, Massimo, Francesco, Franco, Gianma e Andreas.

sabato 12 settembre 2015

Gabberi - Via Luna


Giunti all'attacco, dentro il canale di Conchiusori, sembra di essere nel Borneo: 35 gradi e umidità del 100%. Il primo tiro è un colatoio bagnato e scivoloso.


 Non ci lasciamo scoraggiare e proviamo comunque...


La nostra scelta è ampiamente ripagata: tutti i tiri superiori si svolgono su roccia super, la tipica roccia del camaiorese, ruvida, compatta.


Ben spittata, roccia fantastica e grado non eccessivo (massimo 6a+) rendono questa via assolutamente da non perdere!

Paola & Simone