sabato 22 dicembre 2012

Pania della Croce: via dei lucchesi di sinistra

La relazione recita D+, 300 m, ripido camino con tratti di misto, lungo traverso aereo ed esposto... ma il Pima non lo sa, perché si fida, ingiustamente, del Faggi!

Il versante nord della Pania della Croce

Il Pima si prepara (si era messo i ramponi senza le ghette)... ignaro di ciò che lo aspetta...

All'attacco della via (in comune con l'Amoretti-Di Vestea). Questo tiro, il primo, tocchera' al Pima che, arrivato alla sosta, si accorgerà di averlo fatto con i cordini nello zaino...

Lo stretto e ripido canale del secondo tiro...

Il Pima arranca (da secondo) nel canale! (Pima: veramente mi aveva fatto fermare il Faggi con la scusa di farmi una foto, senno' gli veniva mossa ;-) )

Dopo un traverso aereo ed un lungo canale (su cui il Pima ha parancato il Faggi) si sbuca in cresta...

E' la prima "tacca" di questo inverno!

Il Faggi esulta...

Per il Pima, invece, è normale amministrazione...

La Corsica sembra vicinissima.

mercoledì 15 agosto 2012

Cima del Lago - Diedro dall'Oglio

Stavamo salendo una delle tante vie sul Trapezio del Lagazuoi, quando chiacchierando ad una sosta con la una cordata che ci seguiva, ci viene consigliata caldamente questa via. Detto fatto il giorno dopo alzati di buon mattino parcheggiamo la macchina all'Armentarola e saliamo prima allo Scotoni e poi proseguiamo più su, oltre il lago, alla base del dietro che sale dritto fino alla Cima.


L'avvicinamento non presenta nessuna difficoltà. Solo i 700 metri di dislivello da salire possono risultare un po' faticosi. E' possibile prendere la funivia del Lagazuoi e poi scendere fino al lago.


Inutile dire che il luogo è stupendo.


La prima parte della via corre da primo sulla parte sinistra del diedro. L'arrampicata è facile, III+ max, ma la roccia non è sempre buona.


A metà si percorre una cengia che taglia orizzontalmente verso destra.


Da li in poi inizia la parte bella della via. La difficoltà aumenta (IV+ max) e la roccia si fa finalmente compatta e divertente da salire.


Un paio di soste mancano del tutto, altre due vanno sicuramente integrate. Un paio di chiodi potrebbero far comodo per stare più tranquilli, ma si può fare bene anche senza (noi non ne avevamo).


Nei passaggi più delicati troviamo sempre qualche chiodo o la possibilità di proteggersi facilmente.


La vetta è sempre un bella soddisfazione.

Francesco, Riccardo, Marco.


giovedì 26 luglio 2012

Vetta del Bianco

E' mezzanotte quando la sveglia suona. Una veloce colazione prima di lasciare il rifugio Torino maledicendo i gestori del Cosmiques che non avevano posto per noi. Il cielo è stellato, il ghiacciaio è scuro. Trovare la traccia giusta sul crepacciatissimo Glacier du Geant non è uno scherzo. Perdiamo tempo prendendo e lasciando un sacco di metri di dislivello. Quando finiamo di attraversare la Valle Blanche il cielo inizia a schiarire.


Iniziamo a salire il Tacul per la via dei Tre Monti. L'alba è emozionante.


Due settimane prima il terribile incidente del Maudit proprio dove stiamo passando. Impossibile non pensarci.


Sul tratto finale prima di raggiungere lo spallone del Maudit la parte più difficile.


Dopo di che non restano che gli ultimi pendii da salire tra panorami mozzafiato.


E finalmente, dopo 12 ore, la vetta. Una grande emozione per dei piccoli alpinisti come noi.


Scendiamo dal lato opposto completando la traversata. Giunti al Gouter il GPS ci racconta quanta strada abbiamo fatto.


Gioia, tanta.

Francesco, Daniele, Stefano


lunedì 23 luglio 2012

Pyramide de Tacul - Via Ottoz

Partiti di buon mattino, ma non troppo presto dal rifugio Torino, una volta raggiunto il colle Flambeaux, la Pyramide de Tacul si apre davanti a noi come il più modesto dei satelliti del Tacul.


Da queste parti le proporzioni sono difficili da valutare, e la Pyramide a destra non sembra che essere un sasso al cospetto dei giganti che la circondano.


L'attacco della via Ottoz si trova alla base della parete est e vi si accede direttamente dal ghiacciaio du Geant in una zona molto crepacciata.


Lasciamo alla base tutto quello che non ci serve e iniziamo a salire, rendendoci subito conto della grandezza di quello che da lontano appare come un modesto satellite.


L'arrampicata è entusiasmante su un granito sempre compatto. Le difficoltà sono contenute, al massimo si arriva ad IV+, ma mai da sottovalutare. Ci troviamo in un ambiente di alta montagna.


Ovunque ci giriamo il panorama è mozzafiato. Il ghiacciaio du Geant, i due Capucin e più in la l'Aguille du Vert e il Dru.


Le grandi placche e le solide lame sono divertenti da salire.


Nella parte finale il passaggio chiave della vita, proprio quando inizia a soffiare un vento freddo.


La discesa non è per niente banale. Impieghiamo diverso tempo per le calate in doppia, mentre la temperatura continua a scendere. Nelle lame di granito abbandoniamo una corda incastrata.


Una volta ridiscesi sul ghiacciaio il rientro al rifugio è comodo e veloce. Una gran bella via. Una gran bella giornata.

Franco, Gianluca, Daniele, Stefano, Francesco





domenica 17 giugno 2012

Cima Brenta - Canale nord

In un assolato sabato pomeriggio di metà giugno lasciamo l'auto nel parcheggio di Vallesinella e iniziamo a salire verso il Tuckett. Ai nostri piedi scarponi pesanti, legata allo zaino la piccozza. La gente che sale intorno a noi ha scarpe da avvicinamento e scarpette che ciondolano fuori dallo zaino. Fa un po' strano.


La partenza è al levar del sole. Poco prima della Bocca Tuckett risaliamo la rampa verso destra e iniziamo ad entrare nel canale nord.


Via via che saliamo il canale si fa ripido, forse 45 gradi, ma non c'è bisogno di legarsi.


 Nel canale la neve è compatta. Il passaggio tra la selletta dove al sole la neve è molle e le rocciette sfasciate è probabilmente il punto più faticoso.


Splendido il panorama sul lago di Molveno.

E poi la cresta aerea.


Infine la vetta. Panorama esagerato in una limpida domenica di giugno.


Decidiamo di scendere dall'assolato canale ovest. La via è un po' tortuosa tra saltini di roccia e neve ormai pappa. Ma ciò non toglie gusto alla splendida giornata.

Gianmarco, Francesco