mercoledì 5 giugno 2019

Salita di Cima d'Asta

L'ultima uscita invernale in programma doveva essere in stile avventuroso e così è stato.
Cima D'Asta è un luogo al di fuori dei percorsi affollati del Trentino, ma riserva numerose sorprese, con boschi ricchi di bucaneve, pendici ancora innevate abbondantemente già dalla quota di 2000 m, nonostante la stagione estiva meteorologica ormai avviata, e pareti di granito scuro che fortemente contrastano con il bianco abbagliante della neve.





















La nostra uscita inizia, come di consueto, alle 6 dal mercato ortofrutticolo e la nostra destinazione è Malga Sorgazza, proprio sopra Pieve Tesino.
Ma la notizia del passaggio della tappa del Giro D'Italia proprio da Pieve Tesino costringono la nostra comitiva ad eliminare le normali soste per colazione e bisogni.
Il blocco stradale del Giro viene evitato per un pelo e, indossati scarponi e "pantofole", raggiunta la baracca da dove parte la teleferica Brusà, imbocchiamo il sentiero 327 che, dopo un dislivello complessivo di più di 1000 m, in poco più di 4 ore, ci porta fino al Rifugio Brentari (2475 m).























Il rifugio apre la stagione estiva il 15 giugno e d'inverno offre un locale accogliente, da poco ristrutturato, raggiungibile con una scaletta di emergenza, arredato con tre letti a castello e un tavolino, che condividiamo con Emilio, un ragazzo di Padova con la passione della fotografia, al quale rompiamo la quiete probabilmente preferita. Per l'acqua usiamo la neve che, con i 3 fornellini a gas, sciogliamo e filtriamo a ripetizione, grazie alle doti chimiche del Ceppa.
Per passare il tempo ci dilettiamo in "cucina estrema", grazie alle numerose buste di risotto ai funghi di Sergio.






Fuori dal rifugio il paesaggio è grandioso, con la parete sud di Cima D'Asta che sovrasta il lago, coperto di ghiaccio e neve, e che offre diverse vie di roccia che farebbero la gioia di molti.



Il programma prevede la sveglia all'alba, la salita del canale dei Bassanesi e la salita in Cima D'Asta (2874 m) lungo la cresta, ma le condizioni della neve sconsigliano questa soluzione, inducendoci a scegliere la più lunga via normale che passa dalla Forzeleta.
La quantità di neve che troviamo sulla via, nonostante la temperatura notturna sia scesa leggermente sotto lo zero, non ci agevola nella salita: il passo non è regolare e le tracce faticosamente aperte dal presidente non ci evitano improvvisi sprofondamenti per tutta la lunghezza delle gambe. Lo scavalcamento della Forzeleta ci apre la vista al lato nord-est di Cima D'asta, una conca piena di neve immacolata che attraversiamo per imboccare il pendio che ci porta in vetta.







Dopo le foto di rito ripercorriamo il percorso fatto all'andata, cercando di sfruttare le tracce lasciate all'andata. Ma le condizioni della neve, anche per la temperatura elevata, non sono le migliori. Scendendo, infatti, piccole perturbazioni della superficie della neve provocano piccole slavine che scendono verso la conca e uno strato di ghiaccio che si sente con la piccozza mezzo metro sotto la neve fresca, ci fanno alzare il livello di attenzione per il rischio di distacchi consistenti.



Il rientro al rifugio Brentari ci consente di rifornirci nuovamente di acqua, di mangiare gli ultimi resti del cibo a sacco portato e di rifare gli zaini per poter scendere e tornare al parcheggio dove abbiamo lasciato le auto.







Un ringraziamento particolare va ad Emanuele, gestore del Rifugio Brentari per l'accoglienza e per averci lasciato a disposizione il bivacco invernale in ottime condizioni. 
Un ulteriore grazie va alla famiglia che gestisce la Malga Sorgazza che ha fornito Sergio di un paio di scarponi 'pantofole' permettendogli di arrivare in cima.