lunedì 15 luglio 2019

GATP Base Camp - Rifugio Treviso



Per noi Apuanisti il connubio montagna-roccia buona è una sirena al cui richiamo non è possibile resistere. Forse anche per questo alla riunione preparatoria si contano oltre venti adesioni all'uscita sulle Pale di San Martino.

Purtroppo la stagione ritardataria riserva qualche dubbio sulla presenza di neve in quota e una presunta incertezza del meteo fa il resto: a pochi giorni dalla partenza il numero inizia a calare vertiginosamente mentre serpeggia il disfattismo.

Allo stringer del sacco tuttavia si contano ben 15 partecipanti. Per il GATP sono numeri importanti. L'entusiasmo ha prevalso, qualcuno, incurante del meteo, che per sabato non è entusiasmante, pianifica addirittura di salire il giorno prima. I più decidono un approccio fondato sul cauto ottimismo, rimandando la partenza a metà mattinata del sabato, in modo da essere per pranzo al parcheggio in Val Canali.

Come spesso succede, il cielo, quasi sereno durante il lauto pranzo al ristorante, si rannuvola non appena ci si appresta a mettersi in cammino ed inizia una fastidiosa pioggerella. La salita al rifugio è breve (circa 1h). Alcuni decidono di avviarsi mentre altri aspettano pazientemente in macchina che spiova. Quel che conta è che per cena saremo tutti con le gambe sotto il tavolo del rifugio.



L'accoglienza è ottima, il morale alto, le cordate fanno progetti per le salite del giorno dopo. I dubbi del gestore riguardo le condizioni della via di rientro dalla Pala del Rifugio (ancora mai salita per questa stagione) suggeriscono una certa cautela, pertanto le cordate si dividono tra le comode vie del Dente del Rifugio e Punta della Disperazione, con brevi avvicinamenti e rientri, e le più impegnative, in termini di tempo e complessità di accesso e rientro, vie al Sass d'Ortiga.










Domenica la sveglia è presta per il Sass, più tranquilla per le altre vie. Il tempo è ottimo, la roccia anche, l'arrampicata entusiasmante. Per tutta la mattinata il silenzio delle cime è rotto solo dai classici richiami alpinistici: molla tutto!, libera, recupera, vieni!. Improvvisamente però le pale di un elicottero annunciano quella che sarà una lunga operazione di recupero. Se per le cordate impegnate sul Dente e Disperazione I timori sono presto fugati, per I compagni al Sass d'Ortiga (che non possono vedere il punto esatto delle operazioni) I dubbi sul possibile coinvolgimento dei nostri rimarranno una scomoda compagnia per il resto della giornata. Solo a sera la situazione sarà chiarita per tutti: l'elicottero è venuto in soccorso di due cordate non appartenenti al nostro gruppo (fortunatemente nulla di realmente grave). Tuttavia anche uno dei nostri è rimasto leggermente infortunato ad una mano a seguito di un importante volo su friend, riuscendo tuttavia a rientrare autonomamente al rifugio. Scesi a valle per un rapido controllo medico I due membri della cordata rientreranno la mattina presto (!!!).



La cena è festosa. Si mangia, si beve e ci si scambia pareri sulle salite del giorno. I racconti entusiasti delle cordate al Sass d'Ortiga convincono altre due cordate al cimento per il giorno successivo. Certo, sarà una giornata lunga, ma di sicura soddisfazione.





Il lunedì, anch'esso caratterizzato da uno splendido meteo, vede quindi le cordate invertirsi nelle mete. Per le cordate che si dirigono al Dente e alla Punta della Disperazione sarà una giornata relativamente breve, perfetta per il rientro, e tuttavia piacevole e di soddisfazione. Rifocillatisi al rifugio lasceranno le cordate impegnate più in quota al loro più tardo rientro.







Mentre scendiamo per gli stretti tornanti nel bosco verso le nostre auto non possiamo non pensare che l'uscita sia stata un successo. Il pensiero dei compagni che ancora arrampicano al Sass d'Ortiga non possono che accentuare questa sensazione.

Matteo, Cosimo, Stefano, Franco, Lapo, Marco, Francesco B., Gianmarco, Giampaolo, Riccardo, Francesco G., Sara, Daniele, Paolo, David.