L'esotico Palon de la Mare è una imponente montagna di 3703 metri nel gruppo Ortles-Cevedale, e quest'anno il GATP ha deciso di salirlo insieme a tutti gli amici che partecipano alla consueta Gita Sezionale.
L'affluenza si rivela un po' risicata,
ma il clima conviviale che si instaura da subito tra i partecipanti ci
fa ben presto dimenticare le fatiche dell'organizzazione.
Sabato
mattina puntuali come orologi svizzeri partiamo da Firenze e arriviamo
lisci come l'olio all'Albergo dei Forni sopra Santa Caterina Valfurva da
dove ha inizio la nostra avventura.
In un balletto siamo al rifugio: un piatto di pizzoccheri, due passi nei dintorni e siamo in branda per il pisolino pomeridiano.
Una menzione speciale la dobbiamo ai rifugisti che più che una cena imbandiscono un vero e proprio banchetto con tanto di antipasto e dolce. Sazi e soddisfatti prendiamo la via delle camerette dove cerchiamo di dormire qualche ora.
Ore 3:30 iniziano a suonare le sveglie. In un'ora siamo fuori dal rifugio già colazionati e pronti. Con noi sullo spiazzo altri gruppi, ma non sembra che nessuno abbia fretta di partire: dopo la nevicata di venerdì sappiamo tutti che ci sarà da battere traccia!
Un gruppo di nove milanesi rompe gli indugi e parte. Hanno in programma un giro molto lungo e non possono di certo tergiversare oltre. Poi viene il nostro turno e dietro di noi a sfruttare la pista ben battuta un numeroso corso Cai dell'Emilia con in testa una Guida della valle.
Il sentiero che risale la valle è un dolce propedeutico risveglio muscolare. Ma dura poco. Aggirata la prima spalla pieghiamo decisamente verso sinistra e iniziamo a salire la ripida e faticosa morena del ghiacciaio.
"Il ghiacciaio dei Forni è il più grande ghiacciaio vallivo italiano, cioè un ghiacciaio la cui lingua fluisce nella valle principale." - Fonte Wikipedia.
Dopo due ore siamo già a 3200 metri. Ritmo notevole. Ma qui veniamo ingannati dalla traccia dei milanesi che punta a dei resti delle baracche della Prima Guerra Mondiale su di un contrafforte dal quale non si aggancia il ghiacciaio. Ridiscendiamo e pieghiamo a sinistra incrociando il gruppone che nel frattempo ci ha raggiunto.
Finalmente mettiamo piede sul ghiacciaio quando con fantozziana puntualità arriva la nebbia a coprirci tutto il panorama.
Risaliamo dolcemente il ghiacciaio. La nebbia crea una strana suggestione intorno a noi.
La lunga fila in attesa che qualcuno batta traccia...:)
L'ultima fatica è un pendio ripido che ci deposita sulla cresta. Da qui ancora poche decine di metri e siamo in vetta.
Peccato per la nebbia che non ci fa godere il panorama ma resta comunque la soddisfazione per la cima raggiunta dopo gli oltre 1200 metri saliti.
E poi viene la discesa...pensando intensamente a quei pizzoccheri caldi che ci aspettano al rifugio!
GATP & Friends
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