Agosto, tempo di grandi classiche. Una bella e decisa alta
pressione ci invita ad una rapida puntata in Dolomiti ma, orologio alla mano,
realizziamo che tra lavoro e famiglia non riusciamo a rosicchiare più di 24 ore
di libera uscita. L’imperativo è quindi ottimizzare al massimo i tempi. Venerdì
dopo lavoro si parte: destinazione Tofana di Rozes che raggiungiamo comodamente
verso mezzanotte. La notte passa mite sotto un bellissimo cielo stellato in una
radura sotto il rifugio Di Bona. Alle prime luci dell’alba siamo già in marcia
verso la grande parete sud.
Molto umilmente la nostra scelta ricade sulla
Alverà-Pompanin storica via aperta nel 1946 e la più abbordabile del trittico
dei tre spigoli. Come sempre accade la facilità di accesso richiama pubblico,
soprattutto in una bella giornata come oggi. Siamo la seconda cordata ad
attaccare, non è andata male.
15 tiri di roccia compatta molto aerei e con difficoltà fino
al V+.
Il passaggio chiave arriva al terzo tiro e sinceramente non
ci sembra così impegnativo.
Un paio di tiri divertenti sul lato sinistro ci portano fin
sullo spigolo. Da qui uniamo il sesto e settimo in un unico tiro: traverso
aereo e poi paretina che rimonta una pancia passando sul lato destro dello
spigolo.
Il passaggio dato V- ci sembra impegnativo, probabilmente
per la roccia lisciata dalle migliaia di ripetizioni.
Proseguiamo spediti: ancora un paio di passaggi e si
incomincia a vedere la cima.
Giornata con tempo spaziale! Visibilità esagerata.
L’uscita caratterizzata da un gendarme dalla curiosa forma.
Ed infine la consueta foto di vetta, per la quale
l’estemporaneo fotografo ha preferito il panorama alle nostre brutte facce.
Come dargli torto. :)
Francesco e David.