domenica 8 giugno 2014

Cima Sud dell'Argentera - dal Canale della Forcella


"Fra il Colle di Tenda e il Colle della Maddalena si alza l'ultimo grande castello di roccia cristallina dell'arco alpino: sono le Alpi Marittime. Montagne contese fra i ghiacciai e il mare, una regione pittoresca e selvaggia, che ha le bellezze sovrane dell'Alpe ed i miti fascini dell'Appennino, che alletta l'alpinista con la seduzione dei suoi monti scoscesi ed offre allo studioso e all'artista largo campo d'osservazione, coi suoi inaspettati contrasti." (da www.parks.it)

E così da una geniale idea di Patrizia, questo weekend decidiamo di fare rotta verso questo spicchio di Alpi che ospita montagne affascinanti, ma forse un po' trascurate in favore di altri luoghi più blasonati. Ed è un peccato perché queste vette hanno davvero molto da offrire a chi ha un pizzico di voglia di faticare. 

In poco più di quattro ore di viaggio raggiungiamo Gias delle Mosche, oltre Terme di Valdieri. Dal parcheggio in due ore e mezzo spaccate saliamo i mille metri che ci portano al rifugio Bozano dove, pur essendo in pre-apertura, il buon Marco ci accoglie calorosamente e ci coccola con torta e pane caldo fatti in casa.

L’obiettivo per il giorno seguente è salire il canale della forcella e da li, attraverso la cresta nord, raggiungere la Cima Sud dell’Argentera per poi scendere dalla normale verso il rifugio Remondino. Le previsioni del tempo sono buone, ciò che ci preoccupa di più è lo zero termico previsto sui 4000 metri.
 


Alle cinque del mattino siamo già sulla traccia verso l’attacco del canale. La temperatura è mite, la neve non è dura ma fortunatamente ancora portante. Decidiamo di non legarci in quanto non sembrano esserci ne pericoli ne difficoltà particolari.


Dopo il cono iniziale la parte più divertente del canale: un "budello" di neve ghiacciata verticale.


Fuori dall'imbuto la pendenza torna ad essere meno sostenuta.


Davanti a noi due ragazzi liguri con i quali ci diamo il cambio per battere la traccia.


In alto, nella parte che prende più sole durante il giorno, la neve si fa più molle, ma ancora accettabile.


Dopo tre ore sbuchiamo sul colletto che fa da raccordo tra la Cima Nord e la Cima Sud.


Giusto il tempo di bere qualcosa e ripartiamo legati in due cordate verso la cresta Nord.


Da qua si gode un panorama molto bello sulla diga sottostante.


Dal colletto si scende qualche metro verso sud e, assicurandosi ad uno spuntone, si inizia a salire verso destra. Prima una placca (III) e poi un dietro (III+) - due chiodi ed una sosta attrezzata.


Fino a giungere sull'aerea cresta.


Dietro di noi la Cima Nord con l'omonima cresta.


Ancora un piccolo sforzo, la croce sembra vicina...


...ed eccoci finalmente in vetta alla Cima Sud dell'Argentera a 3297 metri. Sono circa le dieci, per la salita abbiamo impiegato 5 ore: 3 per il canale e 2 per la cresta.


Per la discesa seguiremo la via normale fino al rifugio Remondino dal quale, dopo adeguato rifocillamento, riprenderemo la strada verso la valle fino a raggiungere nuovamente Gias delle Mosche.

La gita che abbiamo fatto è stata sicuramente di grande soddisfazione, faticosa ma senza difficoltà sostenute. I panorami, le valli e le vette che ci hanno circondato durante la nostra salita ci hanno offerto scorci eccezionali di una montagna non troppo frequentata, nella quale è ancora possibile ricercare un pizzico di avventura.

Francesco, Cristiana, Franco, Patrizia, Cosimo.


domenica 18 maggio 2014

Argento Argentario - Capo d'Uomo



Domenica mattina siamo partiti da Firenze sotto i migliori auspici di un cielo soleggiato e terso alla volta di Capo d'Uomo, con in mente due possibili vie lo Spigolo Bonatti e Argento Argentario. 
All'arrivo perfide nuvolaglie nere ci sovrastano e Alessandro si accorge di aver scordato l'imbraco, se ne arrangia quindi uno con una megafettuccia (da alcuni definita fettuccia norvegese) in puro stile alpinismo classico.


L'avvicinamento è breve ma nell'ultimo tratto su terreno infido e instabile, con poca voglia di continuare a ruzzolar per sassi e considerando il forte vento che sullo spigolo non ci darebbe tregua optiamo per attaccare la via Argento Argentario che parte più alta dello spigolo.


(Neri sull'ultimo tiro di 6a)


Si sale su senza particolari problemi, la roccia a parte qualche punto un pò rotto offre una serie di prese straordinatamente varia, la via è decisamente bella, spittata quasi da falesia e gradata con una certa generosità. Peccato solo tre tiri.





Si esce sullo spigolo dove il sole torna a farci visita: dopo qualche valutazione se fare gli ultimi due tiri dello spigolo Bonatti, decidiamo che sono decisamente troppo artefatti, si finisce a piedi.



Qualche foto al panorama...


 ...e alla torre autoscatto con Alessandro orami calato nel suo ruolo di pioniere dell'alpinismo.




Jacopo, Elisa, Tommaso, Neri, Alessandro

martedì 13 maggio 2014

20 Maggio serata spedizione liguri-apuani Manaslu 2013

Martedi 20 Maggio ore 21:00 in sede CAI di Firenze via del Mezzetta 2/m: spedizione liguri-apuani Manaslu 2013, alpinismo, arte e natura.

Parteciperanno Fabrizio Molignoni (capo spedizione) e Cristiano Virgilio (guida alpina) e gli altri componenti della spedizione.




Sarà inolte proiettato il filmato "45 giorni in 45 minuti", video-cronaca della spedizione alpinistica.
Vi aspettiamo.

sabato 10 maggio 2014

Didattica sul campo - Cresta Garnerone al Grondilice

Si registra il tutto esaurito in questo sabato soleggiato sulla cresta Garnerone; complice la presenza di un folto gruppo di Skialp in astinenza da neve, sono ben 9 le cordate che si contano salire verso l'attacco per un totale di 19 persone. Dopo la lezione teorica del mercoledì l'obiettivo della giornata è quello di mettere in pratica un ripasso approfondito su come proteggersi utilizzando i chiodi. 


La cresta è stata scelta in quanto non presenta difficoltà elevate. Unico inconveniente la roccia non proprio compatta.


Il traffico è a tratti sostenuto, ma non si registrano particolari grovigli di corde, tutto fila liscio.


I colori dei nostri caschi spiccano nel grigio della roccia apuanica. 


Dopo l'ottima lezione di Leandro nel piantare chiodi ce la caviamo piuttosto bene.


La via è piuttosto logica e si presenta con divertenti risalti intervallati da brevi discese in doppia. Alcuni possono essere aggirati a destra.


La precarietà della roccia è ben visibile anche dalle foto. Per fortuna riusciamo a muoverci con la giusta delicatezza. 


Oltre i chiodi vengono utilizzati friend, nut e molti cordini su spuntoni. In via sono presenti alcuni vecchi chiodi.


Visto il contingente così numeroso la velocità nel muoverci è di molto ridotta. Dopo 7 tiri e 3 discese in doppia decidiamo che per oggi può bastare. Il morale della truppa è alto, abbiamo passato davvero una bella giornata, conviviale e didatticamente molto utile. La cresta non è una delle più belle che si possono trovare da queste parti, ma ha in se una forte componente di avventura che ci fa riscoprire un gusto un po' sopito dell'alpinismo.


E per qualcuno, non ancora del tutto appagato, c'è ancora il tempo per una veloce battaglia di palle di neve sulla via del ritorno.

Un grazie agli amici del Bafile che hanno allietato la bella giornata.

Vittorio, Riccardo, Luca, Fabio, Marco, Stefano, Francesco, Andreas, Marco, Stefano, Leandro, Flavia, Francesco, Simona, Alessandro, Franco, Tommaso, Sergio, Alessandro. 


domenica 4 maggio 2014

SULLE GUGLIE DI REBUFFAT E LIVANOS

Dopo tanti anni il GATP ritorna nel paradiso delle Calanques du Cassis, per arrampicare sulle guglie che videro i due giovani marsigliesi cimentarsi con le loro prime vie di roccia, prima di lanciarsi sulle alte pareti delle Dolomiti e del Monte Bianco. Complice la fovorevole disposizione del 25 aprile e del primo maggio, molti membri del gruppo si alternano sfruttando i vari "ponti". Campo base la scuola nautica di Cassis, sistemazione spartana ma economica.



Cosimo e Sebastiano e l'arete de Marseille (5c)


Franco, Patrizia e Simone sul Diedro Renard (6a, Livanos 1942)


Neri, Paolo, Alessandro ed Elisa sul Gran diedro giallo (5b, Livanos 1962)


Paola e Simone su La Chaloupee (5c, Livanos 1962)


Franco e Patrizia su La Paroi noire (5a)

E tutti insieme!


Il Gatp

domenica 13 aprile 2014

Goulotte Cherè - Triangle du Tacul

Le previsioni danno alta pressione sulle alpi occidentali, condizioni di innevamento ottime, venti deboli o moderati: sarebbe un peccato farsi sfuggire l'occasione di fare una bella salita di inizio stagione. Non ci pensiamo due volte e in mezza giornata organizziamo tutto. Destinazione Goulotte Cherè sul Triangle du Tacul.


La domenica mattina siamo sul ghiacciaio prima del sorgere del sole. Il meteo in verità non si presenta così buono come speravamo: un vento freddo misto a neve rende l'avvicinamento più provante del previsto. Complice la notte insonne da mal di testa, due di noi decidono di rientrare. In due invece proviamo a continuare, ma ridimensionando l'obiettivo alla sola goulotte, l'idea di arrivare sul Tacul ci appare oggi troppo lontana.


All'attacco solo noi e una guida con il cliente. Delle numerose cordate che fanno la fila per salire come letto in tante relazioni non ce n'è traccia. Il primo tiro è un pendio a 45 gradi che supera la crepaccia terminale e raggiunge uno sperone di roccia al quale fare sosta. Il freddo è pungente, il vento sempre fastidioso.


Dalla sosta si attacca il secondo tiro per uno stretto imbuto di ghiaccio, si attraversano delle rocce con qualche passo di misto, poi ancora uno scivolo di ghiaccio ed infine altre roccette per raggiungere la sosta. Il terzo tiro riparte con un passaggio di misto e poi un muro molto verticale di ghiaccio, fortunatamente abbastanza scalinato. Di questo tiro non abbiamo foto in quanto fatto sotto continue scariche di neve (più che altro polvere), niente di pericoloso, solo molto fastidiose.


Il quarto tiro è un lungo scivolo di ghiaccio, al massimo 75 gradi, molto divertente.


L'uscita più appoggiata. Nel frattempo la guida ed il cliente scendono, la goulotte è tutta nostra. Il vento si è attenuato e la temperatura si fa molto più gradevole. Ogni tanto inizia a far capolino anche qualche raggio di sole. Le condizioni si fanno più umane e sul ghiacciaio si vede qualche cordata avvicinarsi alla base della goulotte.


Quinto e, almeno per noi, ultimo tiro. Una lunga, bella e docile rampa divertente da salire. 


Ancora qualche roccetta, tanto per spuntare l'ultimo filo di picca, e siamo all'ultima sosta. Appena il tempo per guardarci intorno e iniziamo a scendere. Durante le doppie contiamo tre cordate che stanno salendo. La scelta di orario giusta l'hanno fatta sicuramente loro.


Il cielo si è aperto ed è uscito il sole, ripensando a qualche ora prima stentiamo a credere che sia la stessa giornata. Una volta tornati sul ghiacciaio ci godiamo qualche scorcio di panorama prima di incamminarci verso l'Aiguille du Midi.


Chiunque ami la montagna non può che rimanere senza parole davanti a questi scenari.



Curzio, Antonio, Francesco, Matteo


domenica 6 aprile 2014

Cresta degli Angeli - Monte Altissimo

Con la buona stagione torna la voglia di scalare su roccia e in questa soleggiata domenica di aprile la nostra scelta ricade su questa bella cresta che il Barsuglia nel suo libro descrive, a ragione, come "terreno d'avventura". Di relazioni se ne trovano poche per cui decidiamo di pubblicare la nostra. 

La roccia, dove c'è, è generalmente più che buona, con ampie possibilità di proteggersi. Le soste, ad eccezione di 2 non sono attrezzate ed è necessario utilizzare alberi, spuntoni o clessidre per approntarle. Consigliamo di portare con se chiodi.
In linea generale è una salita piacevole, su roccia discreta ma piuttosto discontinua. Le difficoltà sono molto contenute e, ad eccezione del primo tiro, mai continue. In ogni caso, come tutte le classiche, merita una visita!

Quindi ecco una dettagliatissimissima relazione:

L1: Si sale l'evidente camino (3 ch) per poi uscire a sinistra (ch) e quindi verticalmente fino ad alberello ritorto dove si sosta. 35m, IV+,III.



L2: Per placchette di roccia ed erba, senza via obbligata, molti alberi (1 ch) fino alla base di paretina con grossa clessidra dove si sosta. 60m, II/III.
L3: Si supera la paretina (1ch) prima verticalmente e poi in obliquo destro infilando dentro canaletto con uscita faticosa (IV). Sosta dopo pochi metri di cresta su roccione giallastra (2 spit).



L4: Dalla sosta si prende il costone roccioso appoggiato sulla destra risaledone il filo per circa 30 metri. Arrivati in cresta si oltrepassa e si sosta su albero poco sotto la cresta. 40m III/II
L5: tiro di collegamento in diagonale ascendente fino a selletta erbosa dove si sosta su 2 ch artigianali. 25 m, I/II (* chiodi artigianali sostituiti in data 5/8/2015)
L6: Dall'intaglio verticalmente sul filo (1ch) e quindi per un canaletto fino a sosta su grosso spuntone sul filo di cresta. 30m III+/III



L7: Si percorre il filo verso sinistra per alcuni metri, quindi si scende ad intaglio e si risale per rocce ed erba sul filo o leggermente a sx. Giunti sulla cima del risalto si scende un paio di metri, con passo esposto sull'intaglio successivo e si sosta su albero secco (noi abbiamo messo e tolto 2 chiodi). 45m II/III
L8: Si sale aggirando sulla sx il risalto e quindi si disarrampica alcuni metri fino ad intaglio (III+, possibile anello di calata su cordone (2ch). Alcuni metri su selletta e sosta su masso incastrato o su albero 30m II/III+.



L9: Si risale per erba alcuni metri fino alla base di camino "passante" con masso incastrato al fondo. Si entra nel camino frontalmente (1ch) o sulla sx per placchetta quindi, in corrispondenza del masso si sale la paretina di sx del camino (1ch) e poi per placca esposta fino al culmine del risalto. Alcuni metri di facile cresta e quindi sosta su spuntone all'intaglio erboso. 40m III+/IV



Dall'intaglio si aggira lo spuntone successivo scendendo per erba ripida (meglio con un pò di assicurazione) nel canale di dx e quindi risalendo appena possibile fino ad alberi sul filo. Da qui alcuni metri di erba portano ad una selletta da cui si traversa a sx facilmente per erba fino ad attingere alla cresta che sale dalla foce del frate. Da qui si riprende il sentiero 41 che scende dalla vetta dell'Altissimo e si torna alla macchina.

Riccardo e Francesco