domenica 23 giugno 2013

Corno Piccolo - Gran Sasso



Per non smentire la tradizione un'ennesima perturbazione investe l'arco alpino. Tutto è in forse. Si fa e si disfa, si propone e si tentenna senza arrivare ad alcuna certezza. Alle 19 di venerdì squilla il telefono. Poche parole, ci si capisce al volo: ci sono 2 cordate che mordono il freno. I tempi accelerano: telefonare al rifugio, prenotare 2 notti, richiamare i compagni, preparare lo zaino. Tutto a posto, allora ci vediamo domani alle 8:30.... non al mercato di Novoli bensì a Firenze SUD.

Il vento ha girato, si va sul Gran Sasso!


Lasciamo la macchina alla Piana del Laghetto, sopra i Prati di Tivo (1650m) e risaliamo l'Arapietra verso il rifugio Franchetti (2433m). Nebbie leggere si innalzano verso le vette (ben più rapide di noi!). Prati verdi punteggiati di genziane, cielo azzurro e roccia bianchissima.


Guardando dal balcone del rifugio la scelta per il giorno dopo è presto fatta: Il monolito è lì di fronte, superbo e repulsivo. Due cordate, due vie: Via del monolito per Riccardo e Giampaolo... 


...e di Federico - de Luca per Antonio e Curzio.

"Via prevalentemente di placca su roccia favolosa e che segue la logica della ricerca del “facile nel difficile”, girando e rigirando le oceaniche placche, con passaggi mai duri, ma esposizione vertiginosa." (dalla relazione di PlanetMountain).


La via ha difficoltà TD con passaggi fino al V+, sviluppo m.180. La roccia sempre compatta offre un'arrampica di grande soddisfazione.


Dalla vetta si godono scorci di panorami stupendi. Sosta di rito in vetta al Corno Piccolo e quindi discesa per la ferrata Danesi.


Non paghi ci godiamo un paio di viette sulla roccia perfetta del campanile Livia sulla via del ritorno verso il Franchetti.


Lunedì il tempo è ancora meraviglioso, scendiamo veloci verso La Madonnina. La meta per oggi è la Seconda Spalla del Corno Piccolo.


Ancora una volta scegliamo due vie parallele: Via del Vecchiaccio e Placche del Totem. Due bellissime vie classiche di un grande Pierluigi Bini aperte in compagnia del suo bidello delle medie, detto "il Vecchiaccio".
Discesa a doppie a fianco del canale Bonacossa. Al termine del canale, con il sentiero di ritorno a due passi, Antonio è partito su un lenzuolo di neve, atterrando sul ghiaione dopo una ventina di metri di scivolata. Dopo rientro alla macchina, completamente avvolti in una fitta nebbia, per le 17:00. Mentre ci cambiamo spunta ancora una volta il sole che ci ha cotti per 3 giorni.
Lo scivolone di antonio non è stato poi privo di conseguenze (una mano rotta, forse urtando contro un sasso affiorante) tanto da far dire all'interessato: "non puoi dire sacco finchè non lo posi in salotto".


Luoghi splendidi, compagnia ottima, roccia stupenda.
Ritorneremo.

Curzio, Riccardo, Giampaolo, Antonio.

martedì 18 giugno 2013

Parete Nord - Monte Pasquale



Siamo saliti al Pizzini martedì. Trattamento 5 stelle e perfetta veduta sulla nord del Pasquale e sulla sud del G. Zebrù. A sera c’erano 10°, quindi mercoledì siamo andati su presto: alle 2.30 in marcia e alle 4.00 all’ attacco. Rigelo comunque accettabile. La via in se è molto bella per il contesto, ma le difficoltà si concentrano tutte sugli ultimi cento metri, per il resto è una salita su neve a 45°. 


L’ uscita l’ abbiamo fatta su ghiaccio vivo, pendenza sui 55 / 60°. Alle 7 eravamo in vetta. Conserva protetta sul tratto ghiacciato, per il resto sciolti. L’uscita è comunque aggirabile su pendenze minori, tenendosi sulla sinistra. La valutazione D- mi è sembrata molto generosa. Dalla vetta traccia di discesa perfetta sul ghiacciaio, e rientro veloce su neve che piano piano mollava. Ciaspole indispensabili! Alle 11 eravamo alla macchina. 




La salita è decisamente consigliabile per il contesto, o - come nel mio caso - per prendere confidenza con le nord. Avvicinamento davvero breve. Dalla vetta il panorama è impagabile, sulle 13 cime e sul Gran Zebrù. Avendo un po’ di tempo, e le gambe che tengono, può essere molto bello concatenare la salita al Pasquale con il Cevedale. Si tratta di mettere in conto altri 300 mt di dislivello con brevi tratti di misto ed un rientro leggermente più delicato tra le seraccate del Cevedale.



Il viaggio di ritorno su Firenze è stato davvero interminabile! Un applauso a Sergio che in serata è arrivato a Roma, si è fatto un caffè, ed è andato a fare il turno di notte.

Per la cronaca un ragazzo svizzero ha fatto invece dietro front sulla via del collo di bottiglia sullo Zebrù, pare che lì la neve fosse pessima.

Saverio e Sergio (amico e socio Cai di Roma)

mercoledì 12 giugno 2013

Normale scialpinistica - Presanella

Partiti per provare la nord, prevedendo l’ avvicinamento e la discesa in sci. Le condizioni al mattino ci sono però sembrate pessime, così abbiamo deviato prudentemente per la normale scialpinistica. In realtà la nord è stata poi salita da diverse cordate, e addirittura scesa in sci... decisamente non abbiamo avuto occhio. Comunque si la salita è stata di grande soddisfazione, lunga e molto varia come esposizione.



Tolti gli sci alla fine della lunga cresta che collega la sella Freshfield con la vetta principale, per fare picca e ramponi gli ultimi cento metri fino alla croce di vetta. In discesa qualche curva su neve strepitosa e poi pappa fino al rifugio. Rientro alla macchina infinito su neve marcia. 
Ottimo trattamento al Denza, dove c’era gran folla anche per un corso cai ( Treviso? ). Accoglienza impeccabile e consigli preziosi da parte di un grande alpinista come Mirco Dezulian, guida e rifugista.



Torneremo per la nord. Le nostre capacità ci fanno progettare per ora solo lo scivolo nord, ma per chi ha le competenze bisogna dire che le possibilità di salita sul versante nord sono davvero tante e sembrano tutte molto belle: via del seracco, Goulottina, Faustinelli...lì però le difficoltà crescono.

Saverio e Sergio (amico e socio Cai di Roma)

lunedì 8 aprile 2013

Fine Corso AG1 - Cambron


La stagione è proprio finita. Ieri con il corso AG1 della scuola Tita Piaz abbiamo portato gli allievi al canale Cambron in Apuane.
Neve sfatta già dalla mattina, fatto quasi tutto il canale fino alla strozzatura finale.
Da li ci siamo ricalati un po' perchè si era fatto tardi e il meteo peggiorava e un po' per la cornice sommitale che con il caldo di eri sembrava abbastanza instabile.  

 

Salendo per la Marmifera


  

 Verso la strettoia alla fine del canale





Di neve ce n'è ancora molta ma la primavera incalza e le temperature permettono solo di fare qualche giro non sul ripido.

Via dei Lucchesi - Colle della Lettera

Ripetuta lunedì 1 aprile la via dei Lucchesi si sinistra al colle della lettera. Già Ripetuta ad inizio stagione da Simone e Stefano. Le condizioni erano discrete con molta neve da accumulo nei canaloni; sul ripido però la tenuta era ancora buona e il rigelo notturno ci ha permesso di fare la via.


Salendo al Rifugio Rossi


 In uscita dalla goulottina del primo tiro


Complimenti a David che si è fatto da primo i tiri duri.  Tutta la via era da chiodare perchè l'innevamento abbondante ha coperto tutte le protezioni già in loco.

domenica 31 marzo 2013

Cascata di Patrì - Valnontey

La primavera continua a latitare,  nessuno avrebbe mai detto che a Pasqua il ghiaccio potesse essere ancora solido e abbondante. E allora non ci resta che affilare gli attrezzi e partire per l'ultimo valzer di picche della stagione sul ghiaccio verticale.

L'obiettivo è Patrì, una delle più belle e famose cascate della Valnontey.

L'avvicinamento è circa un'ora e mezzo risalendo la valle dal villaggio di Valnontey. Per fortuna i dieci centimetri di neve caduti ieri sono già trasformati.

Il primo tiro sono due salti divertenti di ghiaccio compatto.

Il secondo breve ma intenso. Dietro comincia a fare capolino il famoso candelone di Patrì. Segue un terzo tiro praticamente da "camminare".

Il quarto è un bel muro di trenta metri "bello" continuo.

Le diverse soste presenti lasciano ampi spazi all'interpretazione di questo tiro che può essere composto da due scivoli molto semplici se preso a sinistra oppure sempre più continuo e verticale via via che ci si sposta sulla destra.

Dopo un traverso delicato su ghiaccio che suona "vuoto" ci si infila in una simpatica e stretta goulotte fino a raggiungere l'ultima sosta.

E poi via giù con le doppie, buttando continuamente lo sguardo al candelone sulla destra. Chissà...magari in un prossimo valzer...

Giorgia, Antonio, Francesco




domenica 24 marzo 2013

Garnerone - Via Super Pilin

C'è ancora tanta neve in Apuane: dove sarà più probabile trovarla trasformata? Ci viene in mente il versante occidentale del Garnerone: optiamo per Super Pilin, la scarna relazione parla di AD...


Risaliamo senza difficoltà i pendii alla base della montagna, la neve è dura e ci lascia ben sperare.


Puntiamo un evidente canalino...


... e risaliamo un ripido pendio.


Via via che saliamo la neve diventa più farinosa e inconsistente.


Sotto un risalto di misto decidiamo di legarci. McFaggi prende il comando delle operazioni...


Chris segue sul primo tiro.


Il canalino del secondo tiro. La neve è inconsistente, McFaggi deve lavorare di paleo-traction...


Segue una cengia su un abisso; in fondo si vede il pendio finale... ma ecco la sorpresa: un diedro-camino di misto (III+ su roccia), inizialmente strapiombante, impedisce di saltare sul pendio. La risalita del diedro-camino è difficile ma McFaggi raggiunge una piazzola e fa sosta.


Un ultimo salto di roccia ci separa dal pendio finale; McFaggi riparte ma un sasso non ci sta e... il risveglio è tre metri sotto la sosta, in piena parete. Viste le non-condizioni della montagna decidiamo che è più sano tornare indietro.






Tutto sommato mancavano pochi metri alla cima, la via è praticamente fatta, perlopiù con una variante finale (almeno D+). Siamo ugualmente contenti, giornata splendida...