L'uscita prevedeva che i gattippini potessero scegliere tra le vie sulla parete SUD del Pizzo D'Uccello oppure la Cresta Garnerone.
Le piogge dei giorni precedenti hanno fatto desistere chi voleva intraprendere le vie sul Pizzo per paura che i diedri fosseri bagnati.
Alla fine quindi, tra varie défaillances, ci siamo ritrovati in tre sulla Cresta: GiampaPa, Antongiulio e Vieri.
La giornata è stata splendida, faceva quasi freschino, e la lunga cavalcata ce la siamo goduta fino in fondo.
La cresta è abbastanza intuitiva, ci sono dei punti dove si deve prestare attenzione, sia per l'individuazione del percorso, principalmente dove si lascia il filo di cresta per aggirare, che per l'esposizione. Le difficoltà non superano mai il III.
La roccia non ci è sembrata alla fine poi male.... siamo in Apuane ovviamente!
Ci sono numerose calate in doppia. Si consiglia corde da 60 per la progressione, per fare tiri lunghetti sennò ci si mette una vita...
Lungo la cresta ci sono varie possibilità di abbandonare, sia dal versante della Val Serenaia (prima parte della cresta) che dal versante di Vinca (seconda parte).
Noi alla fine della cresta, arrivati sul Monte Grondilice, abbiamo scelto di scendere per il canale dell'autista: un canale molto sfasciato e dove si deve procedere facendo molta attenzione a non far cadere sassi. Se da un lato questo canale evita di scendere fino al Rif. Orto di Donna , dall'altro lato non so quanto valga la pena percorrerlo.... noi non lo rifaremo!
Di seguito la relazione utilizzata che è un mix tra altre relazioni trovate in rete:
ITINERARIO: Rifugio Donegani q.1121 (Di fronte
al rifugio risaliamo il sentierino CAI 37 che entra nel
bosco, cartelli) – Marmifera q.1165 (Innesto sulla
strada ad uso della cava, andiamo a sinistra) – Bivio
q.1192 (Il CAI 37 lascia la marmifera e sale a destra
per sentiero con pietrisco che sarà anche il nostro
ritorno. Proseguiamo sulla carrozzabile ignorando
subito a destra l’ingresso di un’area di cava) –
Bivio q.1203 (Bivio della marmifera: alla nostra
sinistra c’è una torretta dell’Enel dismessa, lasciamo
la marmifera principale che continua dritto e ne
prendiamo quella che sale a destra dove ben presto
risulta in disuso e si esaurisce, in seguito saliamo fuori
sentiero e a vista il ripido pendio costeggiando
inizialmente la sottostante area di cava)
– Marmifera q.1313 (Il punto è quotato 1313,4 metri
da CTR Toscana. Risalendo a vista il ripido pendio ci
innestiamo nella soprastante marmifera, dalla parte
opposta è delimitata da un enorme muro di blocchi di
marmo, quindi l’attraversiamo e continuiamo in ripida
salita tra paleo e rocce affioranti, direzione sud/ovest)
– Cisterna q.1386 (Grande cisterna di cemento
inutilizzata, alla nostra destra possiamo notare a poca
distanza la marmifera che con un giro più ampio ci
poteva eventualmente far giungere in questo punto più
agevolmente, procediamo a vista la ripida ascesa con
direzione ovest su crinale che gradualmente diventa
particolarmente affilato)
Dalla FOCE DI GIOVO 1500 m per dosso erboso
ci si porta all’inizio delle rocce. Con bella
arrampicata si sale il Primo Dente del Giovo e lo si
scende un po’ sulla destra per un canalino di rocce
sfasciate.
Il Secondo Dente del Giovo, a forma di torrione, si
traversa, con salita diretta per parete e discesa per
rocce poco sicure. La Guglia Nord di Vinca si sale
appena a destra del filo (IIl grado). Dallo stretto
intaglio tra le Guglie di Vinca, si supera una
paretina verticale pervenendo sulla Guglia Sud,
che poi si discende per cresta.
– Foce q.1640 (Forcella nord del Gobbo. Il muro di
placche rocciose che ci si presenta dalla parte opposta
si vince sfruttando la ripida linea obliqua di paleo,
passaggi di 1°+ in esposizione)
– Il Gobbo q.1672 (Arrampicato il muro di placche
guadagniamo la selletta soprastante dove è situata una
sosta, la massima elevazione del Gobbo si discosta
dalla cresta principale del Garnerone sbalzando sul
versante occidentale, quello di Vinca, quindi facciamo
la dovuta deviazione arrampicando a destra pochi
metri di 2°, poi in aderenza la placca obliqua che ne
segue. Dal punto alto possiamo ripercorrere a ritroso
la breve digressione appena fatta, optiamo invece di
aggirare sul versante nord la rampa di paleo e
pietrisco. Tornati sulla selletta, procediamo pochi
metri per individuare la fenditura sul versante di Vinca
che ci fa abbandonare il filo di cresta e abbassarci fino
alla maestosa foce del Gobbo, si disarrampica tra
roccia e pietrisco con passaggi di 2°-)
– Foce del Gobbo q.1623 (Forcella sud del Gobbo,
per CTR Toscana q.1623,2 metri. La lunga
disarrampicata ci ha depositato poco sotto la foce del
Gobbo, l’ampia forcella che ci separa dalla Punta del
Garnerone Nord. Mantenendoci sul versante di Vinca,
cominciamo ad aggirare la parete nord/occidentale
della Punta del Garnerone Nord arrampicandoci in
direzione di una selletta originata dallo sperone
roccioso)
– Sperone q.1633 (Raggiungiamo lo sperone sul
versante occidentale della Punta del Garnerone Nord,
è quotato 1632,8 da CTR Toscana, dalla parte opposta
si manifesta la buona cengia naturale che in normale
esposizione si percorre senza problemi, pochi istanti
prima si può notare una piccola cavità e in seguito una
sosta per calata in doppia)
– Punta del Garnerone Nord q.1726 (Giungiamo
sull’ampia cima salendo ripidamente ma senza
difficoltà su paleo e sfasciumi di roccia. Di fatto
abbiamo riguadagnato la cresta e ora perdiamo quota
fiancheggiando un foro naturale fino alla sottostante
forcella)
– Foce q.1714 (Quota da GPS, forcella che separa la
Punta del Garnerone Nord dalla Punta del Garnerone
centrale. Scendiamo facilmente a questa forcella, ma
ora dobbiamo arrampicare circa due metri di 2°, poi
salire in aderenza le placche rocciose in discreta
esposizione)
– Punta del Garnerone Centrale q.1722 (Si presenta
come una aguzza ma modesta elevazione sotto la
Punta del Garnerone Nord, si procede su aerea
cresta) – Parete Punta del Garnerone Sud q.1728
(L’affilata cresta ci fa raggiungere la verticale parete
rocciosa del versante nord della Punta del Garnerone
Sud. Ci abbassiamo a destra, versante di Vinca,
portandoci a camminare senza problemi il cengione
alla sua base e notando in successione due sottili
fenditure che solcano la parete e che comporterebbero
un’arrampicata di 4°, poi saliamo il successivo
costone di facili placche)
– Punta del Garnerone Sud q.1739 (Conquistiamo
senza problemi l’ultima cima del Garnerone.
Avanziamo disarrampicando un breve passaggio di 2°-
che ci deposita nel sottostante terrazzo di infido
pietrisco dal quale si evince subito che non è possibile
calarci ulteriormente sfruttando sia il versante rivolto
sull’Orto di Donna che quello rivolto a Vinca perché
precipitano. E’ giocoforza avanzare cautamente nel
pietrisco per individuare la crestina sotto di noi, solo
apparentemente inaccessibile ma che si rivela di
ottima roccia, quindi disarrampichiamo per circa
quindici metri in buona esposizione con passaggi di 2°
+ la sua paretina, quella rivolta verso Vinca,
eventualmente in loco c’è una sosta per calare in
doppia fino alla foce del Garnerone)
– Foce del Garnerone q.1709 (Si continua
camminando con attenzione sulla cresta)
– Foce q.1739 (Un’ampia ed esposta cengia precede
l’arrivo alla grande foce, dove se il versante orientale
degrada nell’Orto di Donna, a destra precipita in una
angusta finestra rocciosa. Davanti a noi dobbiamo
arrampicare circa tre metri di 3-)
– Sella q.1750 (Ampia sella che separa la cima senza
toponimo quotata 1768,5 dall’anticima del Grondilice
di fronte a noi. La ripida cresta che ci accingiamo a
salire solo all’apparenza sembra proibitiva, seppur
molto esposta i passaggi non superano il 1°+, da
notare il largo canalone alla nostra destra che ci
potrebbe fare abbandonare facilmente la cresta per
raggiungere il CAI 186)
– Anticima del Grondilice q.1792 (Quotata 1792,3
da CTR Toscana e generalmente non menzionata sulle
altre mappe, ora procediamo con attenzione ma senza
difficoltà di rilievo sulla cresta che perde quota per poi
salire sul monte Grondilice, cerchiamo di privilegiare
i passaggi di roccia nel versante sud, perché a nord la
parete precipita sull’Orto di Donna)
– Grondilice q.1808 (Omino di sassi e possibile
scritta, ora perdiamo quota percorrendo la via normale
che si sviluppa per traccia sdrucciolevole e roccette da
disarrampicare, bolli rossi ci guidano)
– Finestra del Grondilice q.1743 (Stretta forcella che
separa il Grondilice da La Forbice, innesto sul CAI
186: a destra si scende a Foce Rasori, dritto a sinistra
al rifugio Orto di Donna, noi lasciamo
immediatamente il sentiero CAI 186 e andiamo a
sinistra a ritroso con direzione nord transitando di
fatto sotto i contrafforti del Grondilice su terreno di
pietrisco, si procede a vista senza traccia o segni)
– Canale dell’Autista q.1739 (Quota da GPS.
Lasciata la Finestra del Grondilice in pochi minuti
intercettiamo il canale di pietrisco che scendiamo
senza difficoltà ma con cautela per non smuovere
sassi, direzione nord/est)
– Uscita Canale dell’Autista q.1862 (Persi circa 60
metri il canale si esaurisce, cambiamo direzione e ora
camminiamo a vista e senza traccia verso nord/ovest
puntando all’inconfondibile sagoma del Pizzo
d’Uccello, ci abbassiamo gradualmente su terreno di
paleo misto pietrisco. A circa 1550 metri si entra nel
bosco, ora una buona traccia con ometti di sasso ci
guida fino al CAI 179)
– CAI 179 q.1469 (Innesto sul sentiero CAI 179, a
destra conduce al rifugio Orto di Donna, lo teniamo a
sinistra in salita)
– Deviazione q.1502 (Siamo nel punto in cui
avevamo lasciato il sentiero segnato per portarci verso
Il Gobbo, manteniamo il CAI 179)
– CAI 179 q.1509 (E’ il punto in cui ci eravamo
innestati all’andata nel CAI 179 provenendo su cresta
fuori sentiero dalla cava dell’Orto di Donna,
raggiungiamo l’ampia e verde sella della foce di
Giovo poco distante)
– Foce di Giovo q.1502 (Incrocio di sentieri con
cartelli nell’ampia sella erbosa: a sinistra scende il
CAI 37/CAI 175 verso il paese di Vinca, dritto c’è il
CAI 181 che si dirige verso il Pizzo d’Uccello,
scendiamo a destra con il CAI 37 verso l’Orto di
Donna)
– Bivio q.1410 (A destra continua come CAI 37/A e
a pochi metri possiamo notare una cisterna metallica
abbandonata, stiamo a sinistra sul CAI 37 che scende
bypassando l’area di cava)
– Bivio q.1375 (Uscendo dal bosco troviamo i
cartelli: a sinistra sale il CAI 191 per la foce del
Giovetto, manteniamoci sul CAI 37)
– Cava q.1308 (Saggio di cava abbandonato, in loco
è presente un abbeveratoio di sasso)
– Casotto q.1234 (Casotto di sasso abbandonato
sopra una grande bancata di cava, il CAI 37 scende
per sentiero su fondo di pietrisco)
– Casotto q.1209 (Casotto di sasso abbandonato alla
nostra sinistra)
– Bivio q.1192 (Ci innestiamo sulla marmifera
percorsa in mattinata dove chiudiamo il secondo
anello, andiamo a sinistra per tornare al rifugio
Donegani)
– Marmifera q.1165 (Lasciamo la marmifera per
scendere a destra il sentiero CAI 37 che porta
direttamente al rifugio)
– Rifugio Donegani q.1121.
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